Exit

L'antinomia si fa tanto più assillante in quanto le opere ritraggono il vero con cura meticolosa: considerato come, filosoficamente, si sostenga che ogni cosa esiste da quando se ne ha coscienza, le sue creature grazie all'autorità con cui Pietro ne tutela la concretezza "sono". Coscienza che ci viene resa: dei nostri ictus e dei nostri apparenti bastioni pieni di vuoto e vuoti di pieno nella loro continuità o alternanza.

Per l'artista siracusano la realtà si concretizza nella visione che ci dà conoscenza e coscienza di essa.

Il problema di Exit tracce di epigrammi rilanciate, in contraltare al plasmato, da fredde scritte luminose attraverso terreni sabbiosi, consiste nuovamente nel processo di acquisizione della realtà tramite l'osservazione che, scorrendo da vicino la scrittura, perde di vista il gruppo scultoreo e, viceversa a distanza, non capta più il testo che lo descrive; ripetutamente ed ingenuamente si accendono e spengono traduzione artistica di un principio di stacco sogno/realtà e tra segni di differente natura facendo in modo che le opere facciano sorgere ipotesi critiche anche in merito all'analisi del linguaggio e della sua espressività tradotti in arte.